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Il mondo della scuola di nuovo in mobilitazione

I sindacati CISL, CGIL, UIL, SNALS E GILDA comparto scuola hanno deciso unitariamente di proclamare lo stato di agitazione di tutti i lavoratori del settore in conseguenza della mancata risposta da parte delle istituzioni di fronte alle gravi e ineludibili problematiche che si perpetuano ormai da anni e che sono state oggetto di un continuo quanto inutile confronto. Innanzitutto non c’è stata risposta in merito al contratto scaduto il 31 dicembre 2018: le risorse stanziate risultano insufficienti e c’è il rischio che si perda la centralità del contratto nazionale rispetto alla contrattazione regionale e locale. Per l’ennesima volta poi non è stato posto all’ordine del giorno alcun provvedimento per la stabilizzazione dei precari, né, ovviamente, sono stati stanziati fondi a questo scopo. Infine il personale ATA, per cui sarebbe necessario un piano straordinario di assunzioni e un programma di revisione delle posizioni economiche, è stato completamente trascurato. Nella sostanza da parte del governo (quello attuale come i precedenti) non si riconosce il ruolo centrale del sistema dell’istruzione e la sua valenza strategica non solo in relazione alla situazione attuale ma anche per le generazioni future; in particolare la regionalizzazione potrebbe portare a un peggioramento delle condizioni lavorative e parimenti a un deterioramento della qualità del servizio. Per tutte queste ragioni quindi è stato indetto uno sciopero generale per il 17 maggio, che interesserà anche il settore Università e Ricerca; come ha detto il segretario generale della CISL SCUOLA Maddalena Gissi, « sarà uno sciopero con obiettivi precisi e chiari, nella migliore tradizione e cultura del sindacalismo scolastico italiano». In preparazione a questa giornata di mobilitazione, il segretario generale Cisl Scuola Piemonte Orientale, Domenico Amoruso, annuncia, per tutto il mese di aprile, assemblee unitarie per spiegare a tutti i lavoratori del comparto le motivazioni che hanno spinto i sindacati a proclamare lo stato di agitazione.